
Dati Tecnici:
Autore: Akimi Yoshida
Editore: Planet Manga
Volumi: 19 in totale (manga concluso)
Prezzo: 4.50 Euro/5.00 euro
La vicenda:
Nel 1973, durante la guerra del Vietnam, un soldato americano impazzisce e spara ai propri compagni. Fermato, prima di cadere in uno stato vegetativo pronuncia queste parole: "BANANA FISH". Dodici anni dopo a New York, Ash Linx, giovane e astuto capo di una gang di sbandati, incontra un uomo in fin di vita, che prima di morire gli sussurra le stesse parole: "BANANA FISH" e gli consegna una piccola fiala. Ciò gli procura molti problemi, tra cui anche conflitti col suo boss mafioso, Papa Dino, di cui fra l'altro da ragazzino è stato amante.
Nella storia subentrano anche due reporter giapponesi, Shunichi Ibe e il suo assistente Eiji Okumura, coetaneo di Ash, che nel tentativo di fare un'articolo sulle gang giovanili newyorkesi, vengono travolti dagli eventi.
Realizzazione dei personaggi:
Molti pensavano che nel caso di Ash l'autrice si fosse ispirata a River Phoenix, attore scomparso dalla vita burrascosa a tratti simile a quella del protagonista, ma invece modello d'ispirazione fu il tennista Stefan Edberg, che però con Ash in comune ha solo l'eleganza nel vestire.
Per Eiji si è ispirata all' attore nipponico Hironobu Nomura, di cui pare l' autrice fosse una grande fan. Mentre per Arthur (uno dei principali nemici del protagonista) ha preso a modello Sting. L'artista sinceramente non ha per niente l'aria del malvagio, ma forse qualcuno se lo ricorderà nel film di David Linch "Dune", nel quale ricopre il ruolo del cattivo.
L'autrice - Akimi Yoshida:
Forse di classe 1956, ma di sicuro nata il 12 agosto, è diventata mangaka nel 1977 dopo il fallimento dello studio di design dove lavorava. Nel 1984 ha vinto il premio Shogakukan, casa editrice con cui ha iniziato e tutt'ora lavora, con l'opera "Kissho Tennyo" (La Dea del Destino). Ed è nello stesso anno che arriva il successo internazionale con BANANA FISH.
Attualmente è al lavoro con "Yasha" (termine che indica un demone). Quest'opera parla di Sei Arisue, un giovane che vive un'esistenza pacifica con la madre su un' isola vicino a Okinawa, la quale viene interrotta dall'uccisione della donna e dal rapimento di Sei da parte di misteriosi individui.
L'edizione italiana:
Innanzitutto la cosa che spicca di più è il fatto che sia il primo manga stampato su carta gialla. Oltre a questo l'edizione della Planet Manga (Panini Comics), pare molto fedele all'originale. I volumetti hanno lo stesso formato e la stessa quantità di pagine dell'edizione giapponese. Hanno sia la sovraccopertina che i risvoltini (anche se son sempre tutti uguali e questo mi puzza), il tutto a un prezzo più che competitivo, € 4,50.
Tecnicamente BANANA FISH è considerato uno shojo, ma sinceramente esula un po' dagli schemi. Non ci sono i classici motivi floreali, occhioni luccicanti, tavole tagliate in verticale e via dicendo, e acquista delle caratteristiche da shonen, linee cinetiche, scene d'azione, tavole dalle gabbie rigide, tematiche dure: droga, malavita, sparatorie. Ciononostante la pulizia del tratto a vantaggio di una narrazione fluida, la ricchezza dei dialoghi, la presenza di una storia d'amore gay, i personaggi ben caratterizzati, rendono BANANA FISH più vicino allo shojo.
L'ambientazione è ben studiata, infatti pare che la Yoshida sia stata varie volte a New York e abbia fotografato i luoghi dove si svolgono le vicende del fumetto. E, per ultima curiosità, il titolo Banana Fish è un omaggio all'opera dello scrittore statunitense J.D. Salinger "Un giorno ideale per i pescibanana".
articolo a cura di Aya-chan
Autore: Akimi Yoshida
Editore: Planet Manga
Volumi: 19 in totale (manga concluso)
Prezzo: 4.50 Euro/5.00 euro
La vicenda:
Nel 1973, durante la guerra del Vietnam, un soldato americano impazzisce e spara ai propri compagni. Fermato, prima di cadere in uno stato vegetativo pronuncia queste parole: "BANANA FISH". Dodici anni dopo a New York, Ash Linx, giovane e astuto capo di una gang di sbandati, incontra un uomo in fin di vita, che prima di morire gli sussurra le stesse parole: "BANANA FISH" e gli consegna una piccola fiala. Ciò gli procura molti problemi, tra cui anche conflitti col suo boss mafioso, Papa Dino, di cui fra l'altro da ragazzino è stato amante.
Nella storia subentrano anche due reporter giapponesi, Shunichi Ibe e il suo assistente Eiji Okumura, coetaneo di Ash, che nel tentativo di fare un'articolo sulle gang giovanili newyorkesi, vengono travolti dagli eventi.
Realizzazione dei personaggi:
Molti pensavano che nel caso di Ash l'autrice si fosse ispirata a River Phoenix, attore scomparso dalla vita burrascosa a tratti simile a quella del protagonista, ma invece modello d'ispirazione fu il tennista Stefan Edberg, che però con Ash in comune ha solo l'eleganza nel vestire.
Per Eiji si è ispirata all' attore nipponico Hironobu Nomura, di cui pare l' autrice fosse una grande fan. Mentre per Arthur (uno dei principali nemici del protagonista) ha preso a modello Sting. L'artista sinceramente non ha per niente l'aria del malvagio, ma forse qualcuno se lo ricorderà nel film di David Linch "Dune", nel quale ricopre il ruolo del cattivo.
L'autrice - Akimi Yoshida:
Forse di classe 1956, ma di sicuro nata il 12 agosto, è diventata mangaka nel 1977 dopo il fallimento dello studio di design dove lavorava. Nel 1984 ha vinto il premio Shogakukan, casa editrice con cui ha iniziato e tutt'ora lavora, con l'opera "Kissho Tennyo" (La Dea del Destino). Ed è nello stesso anno che arriva il successo internazionale con BANANA FISH.
Attualmente è al lavoro con "Yasha" (termine che indica un demone). Quest'opera parla di Sei Arisue, un giovane che vive un'esistenza pacifica con la madre su un' isola vicino a Okinawa, la quale viene interrotta dall'uccisione della donna e dal rapimento di Sei da parte di misteriosi individui.
L'edizione italiana:
Innanzitutto la cosa che spicca di più è il fatto che sia il primo manga stampato su carta gialla. Oltre a questo l'edizione della Planet Manga (Panini Comics), pare molto fedele all'originale. I volumetti hanno lo stesso formato e la stessa quantità di pagine dell'edizione giapponese. Hanno sia la sovraccopertina che i risvoltini (anche se son sempre tutti uguali e questo mi puzza), il tutto a un prezzo più che competitivo, € 4,50.
Tecnicamente BANANA FISH è considerato uno shojo, ma sinceramente esula un po' dagli schemi. Non ci sono i classici motivi floreali, occhioni luccicanti, tavole tagliate in verticale e via dicendo, e acquista delle caratteristiche da shonen, linee cinetiche, scene d'azione, tavole dalle gabbie rigide, tematiche dure: droga, malavita, sparatorie. Ciononostante la pulizia del tratto a vantaggio di una narrazione fluida, la ricchezza dei dialoghi, la presenza di una storia d'amore gay, i personaggi ben caratterizzati, rendono BANANA FISH più vicino allo shojo.
L'ambientazione è ben studiata, infatti pare che la Yoshida sia stata varie volte a New York e abbia fotografato i luoghi dove si svolgono le vicende del fumetto. E, per ultima curiosità, il titolo Banana Fish è un omaggio all'opera dello scrittore statunitense J.D. Salinger "Un giorno ideale per i pescibanana".
articolo a cura di Aya-chan